Suddivisione del territorio

Il territorio della valle del Caffaro è qui rappresentato diviso in sei ambiti. Tale suddivisione non ha radici storiche, è utile per catalogare le località del territorio attribuendole essenzialmente ai quadranti SW,NW,NE,SE,S facendo attenzione che tale divisione rispetti il più possibile gli elementi naturali (corsi d’acqua, espluvi e impluvi) presenti.

MANIVA

Maniva è la denominazione data alla parte di territorio che copre il settore ovest del territorio di Bagolino e individuato dai seguenti confini: si parte da Cälcäöle e seguendo il fiume Caffaro fino in località Mignano, poi a seguire verso il torrente Vaia fino alle località Bragana e poi Blam, le tese dei Micili fino alla cascina Stable, si prosegue per Realtä passando dalla cascina di fondo e quella di mezzo di Vaia fino in Valdeicorègn, quindi in cresta si passa dalla santèlä delä Grapa de aä , dos dei Gai, Radär, fino alla dorsale Calve, poi per il passo Maniva, Dosalt, rocol Campadèl, Croce del Monte Pizza fino a giungere di nuovo in Cälcäöle.

SÉPIOLE

Sépiole è quella parte di territorio, confinante con Maniva che copre il settore nord ovest del territorio di Bagolino. Visto in pianta appare di forma grosso modo triangolare con due lati costituiti dal torrente Vaia e dal fiume Caffaro e il terzo dal confine comunale.
E’ individuato dai seguenti confini: si parte dal ponte Destrù e si segue il torrente Vaia fino in località Blam; si prosegue per Tese dei Micilì e poi per la casinä Stable passando da Realtä, Malgä de Fond e de Mes fino in Valdeicorègn, si scende sul rio Rèndenì fino alla casinä Rèndenì de font, si taglia a metà costa passando da Cägalös, scendendo poi nel rio Cadino e quindi salendo alla posa della Misä; si scende poi sotto la cascina Misa fino al ristorante Campràs quindi al fiume Caffaro; poi si passa per le località Balòt bas, Valle Dorizzo, diga di Dazarè, e si segue il corso d’acqua del fiume per ritornare al ponte di Destrù.

IUSTÙ

La parte nord-est esposta ad ovest del territorio è denominato Iustù e coincide con il versante sinistro della valle del Caffaro a partire dall’abitato. Si individua dai seguenti confini: si parte dal Cäpötèl dele povre Aneme e si segue verso nord il fiume Caffaro passando dalle località Mignano, Dazzarè, Valle Dorizzo, Villa Roma, Campràs. Al ponte Aimane si prende la strada che porta in Bruffione e arrivati sopra la Casinä dele Aimane si prende la mulattiera che va alla Malghètta; dopo cinquanta metri circa si prende la dorsale che porta al monte Cäsèöle si prosegue in cresta aggirando la malga e sempre in cresta si passa dal monte Boia; poi si scende al passo Bondolo e si prosegue per il passo Bruffione, si segue la cresta passando dal goletto di Brealone quindi la cresta delle Cornèle fino al goletto della Madonna dei Rododendri; si raggiunge quindi la cresta del monte Telegrafo fino ad arrivare al Cäpötèl del’Arseprèit; si prosegue sulla dorsale fino sopra la Crùs da Carèn e si scende passando a pochi metri del rocol delle Pese poi sopra il Rocol de Mandolì e si scende dal Rocol de Bano; si prosegue sulle coste dei Strenè, Brondonidä, Serpèt fino al Convènt e quindi il giro si conclude al Cäpötèl dele povre Aneme.

VALÈTIE

La parte nord-est, ma esposta ad est, del territorio è denominato Valètie; confina in cresta sullo spartiacque con l’ambito Iustù e in basso con le località della provincia di Trento. Si individua dai seguenti confini: partendo dal Cäpötèl dele povre Aneme si segue in direzione del Convènt, si passa dalla località Serpèt poi per la località Brondonidä quindi per la dorsale Strenè passando sopra il Rocol de Mandolì; a pochi metri del Rocol dele Pese si passa dalla Crus de Carèn seguendo la Calve fino al Cäpötèl del Arseprèit, quindi per cresta del monte Telegrafo fino alla Madonna dei Rododendri; si sale in cresta a sinistra orografica seguendo la strada ex militare per duecento metri circa poi si scende nel rio Riccomassimo passando per la casinä del Bal seguendo il corso d’acqua si passa dalle casine de Crune e per il ponte di Valètie. Sempre seguendo il rio si arriva al ponte di Riccomassimo e si continua a scendere lungo il corso d’acqua fino fiume Caffaro; quindi si sale passando al ponte vecchio di Pradä e proseguendo si passa dalla località Pradä fino a quando si arriva al ponte di Romantèrä, si segue poi il fiume Caffaro passando per le vecchie fucine sino al Cäpötél dele povre Aneme.

PLÀS-LEVRÀS

Èdenominato Plàs-Levràs l’ambito del territorio che chiude a sud la parte montuosa della valle. Si individua da seguenti confini: dal ponte di Romantèrä si segue il fiume Caffaro transitando dal bodreù di Valdàine, si passa dalla centrale idroelettrica fino alla confluenza del Caffaro e del Chiese, quindi si prosegue passando dal vecchio silos della sabbia verso il ristorante Baitoni si entra nel lago d’Idro per trecento metri ad angolo verso il Canai delle Confì in Comune di Anfo salendo fino al Dos Tond passando dalla Plagnä dei Bandì. Si prosegue fino al Rocol dei Giòs tagliando a meta costa si arriva al bus de San Piero; seguendo la strada ex militare si giunge alla Cornä Paganä e si sale in cresta a sinistra passando da Valèrbä poi sempre seguendo la cresta si arriva alla località Rocol dei Frè, quindi per la passata della Bèrghe si sale a sinistra sul costone di Monte Caldoline, Tita Secchi e si prosegue in cresta fino al Dosso Alto. Si scende poi passando dal Rocol Campadèl, quindi dalla Crus dele Pese e, raggiunto il fiume Caffaro, si segue fino al ponte Romantèrä.

PIAN D’ONEDA


Il Pian d’Oneda, situato allo sbocco della valle del Caffaro, è una piana alluvionale formata dalla confluenza dei fiumi Caffaro e Chiese prima che si immettano nel Lago d’Idro. Questa area si è sviluppata nel tempo grazie ai depositi sedimentari trasportati dai due corsi d’acqua, creando una vasta zona pianeggiante .

In passato, il Pian d’Oneda era caratterizzato da zone paludose, ma è stato oggetto di interventi di bonifica che ne hanno trasformato l’aspetto, rendendolo adatto all’agricoltura e all’insediamento umano. Oggi, l’area ospita il borgo di Ponte Caffaro e rappresenta una testimonianza dell’interazione tra processi naturali e attività umane nel modellare il paesaggio.