Ecomuseo Valle del Caffaro

Cinquecento

I Tedeschi calano in Italia attraverso il Piano d’Oneda (1509 e segg.)
Dal 1509 al 1517 la Repubblica di Venezia entra in guerra contro i Francesi e gli Spagnoli e subisce delle sconfitte.
Bagolino segue la stessa sorte e passa dal governo francese a quello spagnolo.
Durante il dominio spagnolo Bagolino, terra di confine, viene minacciata dai tedeschi. Gli Alemanni che calano dal Trentino con la Casata di Lodrone loro alleata, costringono i bagossi ad abbandonare il Piano d’Oneda.
I Tedeschi si spingono sino alla Rocca d’Anfo dove vengono contrastati da soli quattro difensori:
Giovanni Pezzarossi di Bagolino, un Mabellino, un Bucella di Anfo e un Tagino di Idro.
Costretti alla resa i valorosi vengono condannati al capestro; uno solo riesce a fuggire, il Tagino di Idro.
In seguito i tedeschi vengono cacciati dai francesi che nel frattempo si erano alleati ai Veneti.
Bagolino ritorna così, nel 1517, sotto la bandiera della Serenissima.
A ricordo di questi intricati avvenimenti storici si menzionano due episodi: l’uno in cui il comandante delle milizie franco-venete, il Freroso, passa al saccheggio le terre di Lodrone e Storo, per rappresaglia contro i Lodroni che avevano estorto 400 ducati d’oro a Bagolino. L’altro riguarda una somma di 60 ducati che i Conti richiedono a Bagolino, come contropartita, per concedere al Comune di fare festa in S. Giacomo in Pian d’Oneda. I bagossi non pagano ed i Conti, per rappresaglia, occupano S. Giacomo e feriscono l’oste con la moglie. Il governo veneziano, informato dai bagolinesi impone, in risposta alla violenza, che via lago e per la rocca sia vietato il transito ad “alcuna vittovaglia di Ampho via che vadi a Lodron ” ‘ Questa presa di posizione convince i Conti a chiedere accordi ed amicizia a Venezia che accetta a patto che da parte loro “si stagi in quiete a quelli confini”.

Bagolino si ribella ad un ennesimo sopruso dei Conti di Lodrone (1540 e segg.)
L’astio ed i bocconi amari ingoiati nel tempo, uniti all’ennesima angheria dei Conti di Lodrone, porta i bagossi ad una sanguinosa rivolta (1554).
Il sopruso è fatto dai Conti ai danni di alcuni mercanti del paese, Battista e Bese Benini e Vincenzo Gogella, per questioni finanziarie.
Il Gogella, su invito dei Conti, si reca da solo al Castello di Lodrone, gli altri due avevano rifiutato, per sentire le loro ragioni ma costoro lo fanno imprigionare.
La prepotenza, unita anche a quella di tre anni prima dove i Conti uccisero un Camparo di Bagolino, che li aveva denunciati per il taglio di alcune piante fatto in Oneda, induce i bagolinesi, nel luglio del 1544, a portarsi in quel di Lodrone, a reclamare la restituzione dei Gogella.
Dopo inutili trattative i Conti rispondono con archibugiate. Gli animi si infiammano e la rabbia accumulata da generazioni esplode contro i padroni: i bagossi assaltano il castello. Nella lotta vengono uccisi il Conte Achille ed il Conte Ottone. Il Gogella è trovato vivo in un forno per il pane. I bagossi fanno prigioniero il giovane Conte Ippolito e lo tengono in ostaggio 12 giorni per dare modo a tutti i compaesani sparsi in territorio trentino di rientrare in paese. Il Conte Ippolito viene poi lasciato libero e condotto verso il confine di Ponte Caffaro.
Nel settembre dei 1555 in paese scoppia un incendio che distrugge 129 case ed il forno nuovo. Questo disastro è imputato, senza prove certe, ad una vendetta della Famiglia Lodrone.

Bagolino tra peste e carestia (1577 e segg.)
In quei secoli il paese non ha pace; oltre alle innumerevoli guerre nelle quali viene coinvolto in seguito ai mutamenti politici, Bagolino è stremata anche da terribili epidemie (1347-1478-15771630) e dalla grande carestia in cui perdono la vita migliaia di persone.