La tradizione vuole che il Carnevale offerto dai “Maschèr”, schietta manifestazione di cultura contadine, renda anche testimonianza di un triste passato di quando i paesani, favoriti dalla maschera, potevano schernire i loro nemici e soprattutto rivalersi sui Conti di Lodrone, poiché era un’impresa difficile scoprire gli autori dei gesti. Allo scopo di ben camuffarsi, il “Maschèr” non si limita solo al travestimento ma coinvolge l’intera persona dal passo, dall’andatura oscillante e strisciata, alla voce in falsetto, al portamento. I “Maschèr”, a differenza dei Ballerini, possono comparire per le strade anche dopo l’Epifania, nei lunedì e giovedì precedenti il Carnevale. Mentre i ballerini durante i due giorni di Carnevale rallegrano con la loro “aristocratica” esibizione, le strade del paese sono invase da decine e decine di persone mascherate alla foggia bagossa. Anche i costumi indossati da queste Maschere sono dei padri ma, a differenza di quelli dei Ballerini, non portano particolari “guarnizioni”.
I Costumi
Il “ceviòl”
Il costume maschile chiamato “ceviòl” è costituito dall’abito in fustagno pesante, per lo più di colore nero o marron portato dagli avi.
E’ composto da:
calzoni al ginocchio con patta quadrata a due bottoni;
camicia bianca senza colletto;
crozèt, corto gilè aperto sul davanti;
calze bianche o ghette dello stesso tessuto del vestito, allacciate lateralmente da una fila di bottoni ricoperti.
Ai piedi troviamo gli “sgalbèr” specie di scarponi locali, in cuoi rigido e legno. In occasione del Carnevale, vengono chiodati tanto da produrre, durante la camminata, un caratteristico suono che costituisce il rumore di fondo del carnevale, che viene evidenziato dalle frequenti “strisciate” sulla strada.
Il viso è coperto da una maschera, la testa da un cappello o da un fazzoletto.
Il “guèrnèl”
Il costume femminile “guèrnèl” è formato da una gonna lunga in tela grossa scura e grezza a righe che, come la “gèdé”, (grembiule) veniva tessuta a mano sul telaio. L’abbigliamento è completato da un corto corpetto con o senza maniche, da una camicia bianca, da mutandoni lunghi, da un grande fazzoletto – scialle con motivi floreali. Lo “scialle” può coprire la testa o essere portato sulle spalle incrociato e fissato alle estremità sul davanti, al di sotto della “gèdé”. Ai piedi delle donne troviamo i “sopèi” (zoccoli con suola di legno) e delle calze che sono di colore bianco per le nubili, rosse per le sposate e viola per la anziane.