Geograficamente isolato, Bagolino ha potuto sviluppare una secolare tradizione nota oltre i confini regionali: il Carnevale Bagosso. Le attrattive di questo Carnevale popolare sono rappresentate dai Ballerini, dai Suonatori e dai “Maschér” (le Maschere). Le musiche e le danze che ne costituiscono il fulcro, possono ritenersi come accenna il Sordi: “… un fenomeno unico in Italia e con pochi equivalenti in tutta Europa e fornisce un esempio impressionante del livello di complessità cui può giungere una civiltà musicale popolare…”.
A conferma di quanto fosse radicata l’usanza carnevalesca restano alcuni stralci di documenti comunali del sedicesimo secolo. In uno, che risale al 1518, si legge che il Comune di Bagolino aveva dato disposizioni perché la Compagnia di Laveno, venuta in paese per rallegrare il carnevale, fosse ricompensata con un formaggio. Bisogna tenere presente che era allora abitudine quella di scambiarsi, tra paesi, vicendevoli inviti in occasione di feste.
dagli atti di una visita pastorale avvenuta nel 1694, risulta che il Vescovo Giorgio Sigismondo Sinnersberg riprendeva alcuni preti che “ne tempi carnevaleschi si siano avanzati anche di andar vagabondando mascherati”.
Il Buccio, conterraneo del diciannovesimo secolo, ricorda che ai suoi tempi il Carnevale era festeggiato con grande allegria e che venivano eletti dei “Direttori” con il compito di vigilare perché non succedessero disordini. A questa festa, aggiunge il Buccio: “… erano reciproci gli inviti… tra le Comunità di Storo e di Condino… anche con scambievoli banchetti venivano a coltivare la società, l’amore, la corrispondenza…”.
Don L. Zenucchini, curato di Bagolino, così scriveva nel 1929 ai Missionari Salesiani di Ivrea “… Il Carnevale di Bagolino è caratteristico e, quantunque non approvato dall’autorità ecclesiastica, per ragioni ovvie, tuttavia, per l’antichissima tradizione… continua ancora, in via generale, non si fa del male… vanno in maschera persino vecchi di settant’anni…”.
A mente d’anziano il Carnevale bagosso segue, ripetendosi immutato negli anni, antiche e radicate tradizioni espresse in tali giorni dai Ballerini e dalle Maschere locali.
Il Carnevale si snoda lungo le strade del paese nella suggestiva cornice di vecchie case e “pièstròi” (viottoli) che a Bagolino conservano ancora intatto il loro fascino. Il Carnevale supera le apparenze, supera l’antagonismo tra fede e spettacolo, l’erotico – allusivo celebrato in paese chiama in causa il bagosso in prima persona. E come dice il Seccamani quei comportamenti o sentimenti opposti, il bagosso li fa suoi, li custodisce e li alimenta poiché provato da millenarie tribolazioni: “ha radicata nella coscienza la stoicizzata necessità di superare gli eventi, di velare traumaturgicamente le avversità del vivere, e particolarmente del vivere in terra rigogliosa ma anche isolata”.
Ecco allora che il Carnevale pagano, sentito e vissuto come: “simbolo delle forze del rigenerarsi misterioso e irrazionale dell’esistenza o simbolo della lussureggiante propulsiva stagione della giovinezza”. si fonde e coabita nello spirito bagosso, in perfetta simbiosi con la Fede salda, profonda, pregna delle secolari sofferenze; è l’accettazione, in definitiva, di vivere il quotidiano cristianamente. La festa che il Carnevale ripropone ogni anno è motivo di richiamo oltre che per i bagossi emigrati anche per i turisti. Il carnevale viene sentito dai bagolinesi come loro manifestazione personale a ricordo di secolari tradizioni. Gli spettatori sono bene accetti se rispettano, però le usanze locali.